Un tempo, nei miei sogni di universitario, la Progettazione Partecipata era l'archetipo della soluzione ad ogni conflitto urbano, periurbano, agricolo e viabilistico. E non solo.
Ora, nei miei sogni di geografo, la Progettazione Partecipata è uno strumento difficile da usare, che amministrazioni paurose e incompetenti faticano ad adottare: mettendo in piazza tutta la loro pochezza, oltre che un'atavica miopia sul futuro, e preferendo adottare tecnicistiche mosse politiche per attirare al tavolo delle trattative gli altri contendenti.
Così, una sera mi sveglio e sogno ad occhi aperti di una riunione, inizialmente pensata per soli consiglieri comunali, che si ribalta in assemblea pubblica e finisce per sbugiardare la posizione ambigua e teatrale dei tre sindaci organizzatori.
E mi dico che la Progettazione Partecipata sarebbe ancora una (la) soluzione: viste la competenza tecnica, l'interesse e la passione di cui sono capaci i Cittadini dell'area toccata dal più grande progetto infrastrutturale del Nord Italia.
Nessun commento:
Posta un commento