lunedì 19 novembre 2012

Negli occhi


Le cose attorno sono cambiate tanto, in questi anni. Io sono cambiato tanto, in questi anni. Così, a volte, fatico a riconoscermi e fatico a orientarmi. E mi perdo. Mi bastano ancora le piccole cose, per farmi sperare in un futuro migliore? Posso guardare la speranza negli occhi per tirare avanti? E lo sguardo di ritorno mi darà un qualche sollievo?

Eppure, anche nel fondo di questo labirinto, resta una strana energia che mi dice di spingere avanti. C'è un fondo di insanabile follia, di incoscienza, che mi dice che prima o poi le cose andranno come voglio: che ci sarà davvero il modo per trasformare sogni e desideri in professione, che l'esperienza fatta e i libri letti e le cose studiate e ripetute avranno un senso pratico, che quasi quasi abiterò anche io in un posto col bosco in giardino e il fiume dietro la collina, che non smetterò mai più di fare l'amore per colpa delle giornate storte.

C'è quella strana energia. Persiste, nel suo insano ottimismo. E la coltivo, un passo alla volta, cercando di versarla un poco alla volta nella quotidianità, cercando la poesia e la magia quando attorno sembra essere tutto arido e buio. Persino nella TV e nei film a tarda serata. Negli SMS della distanza. Nel guardare la luna da un altro pianeta. Nei racconti delle adolescenti che incontro al lavoro. Nei gatti che mi salutano quando scendo dall'auto, sotto casa. Nei gracchi neri e nelle gazze giganti che vengono a cercare biscotti sbriciolati sul nostro balcone. Nella rabbia che mi trasforma e che non conoscevo. Nelle domande sul futuro che non mi sono mai posto.

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